Aneto
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L'aneto, originario dell'Asia Minore, acclimato e coltivato in tutto il meridione d'Europa, è sfuggito dalle colture degli orti e dei giardini e si è diffuso e riprodotto largamente. Predilige terreni aridi e soleggiati, i bordi dei viottoli, le colture. E' pianta annuale, benché allo stato libero si comporti sia come annuale sia come biennale; è molto aromatica e può essere confusa con il finocchio, del quale ricorda l'odore. Fiorisce in estate e il suo nettare è molto ricercato dalle api. Noto fin dall'antichità, l'aneto è citato in molti testi antichi e anche nel Vangelo secondo Matteo, dove si dice che, nel I secolo dell'Era cristiana, l'aneto era soggetto a un'imposta come il cumino e le diverse mente. Dai semi si estrae un olio essenziale, già conosciuto al tempo dei gladiatori romani, che se ne servivano per cospargersi il corpo prima dei combattimenti. Attualmente, oltre all'impiego medicinale, simile a quello dell'anice verde e del finocchio, i semi dell'aneto si adoperano come condimento dei crauti e delle marinate; in Inghilterra, anche per condire i sottaceti. |
Nome latino e dialettale: |
Anetum graveolens. Finocchio bastardo - Ane't - Anitu - A'gneso - Aneto - Neto |
Costituenti: |
Olio essenziale, sostanze azotate, mucillagine, tannino, resina. |
Antispasmodico, carminativo, risolvente, stomachico. |