Ancusa
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Quando si parla della lingua botanica delle Borracinacee, in genere, bisogna pensare a piante più o meno ricoperte di peli ( villose ) con fiori a corolla tubolare a margini espansi e lobati, suddivisi in 5 petali, con calice persistente che da' origine al frutto. I fiori, ricchi di nettare mellifero, assomigliano a quelli della borragine, ma sono piu' allungati e pelosi. Il nome volgare, lingua di bue, è piuttosto appropriato dato la forma delle foglie e la loro rugosità. Quando non esistevano i coloranti chimici, si estraeva dalla radice dell'ancusa una tintura rossa, che, nei tempi antichi, era usata nella preparazione dei belletti. Il nome botanico del genere Anchusa deriva, infatti, dalla parola greca ankousa, che significa belletto. Questa pianta ha il fusto sotterraneo che si propaga nei terreni calcarei o nei campi incolti, ai margini di strade di campagna o sulle macerie e, generalmente, non si adatta alle altitudini, benché sia stata segnalata dal Fenaroli al passo del Bernina ( 2.309 m ). In Italia, si trovano allo stato spontaneo, nove specie di Anchusa. Le foglie e i fiori hanno proprietà sudorifere ed emollienti. |
Nome latino e dialettale: |
Anchusa officinalis. Falsa borragine - lingua di bue |
Costituenti: |
Mucillagine, colina, nitrato di potassio, allantoina, tracce di alcaloidi. |
Bechico, depurativo, diuretico, emolliente, lassativo, sudorifero. |