Chenopodio
|
Nel XVII secolo, i Gesuiti importarono dal Messico il chenopodio per coltivarlo come succedaneo del tè; alcuni lo preferiscono al vero tè. Si può associare alla menta o alla china. E' una pianta molto aromatica, dall'odore canforato, a fusti rossastri. Sotto le foglie si trovano piccole glandole giallo oro che emanano un gradevole odore di limoncina. Una specie similare, americana, il chenopodium ambrosioides, emana un odore assai sgradevole e viene usata come potente vermifugo; data la forte tossicità di questa pianta, è molto importante distinguerla perfettamente. Il suo fusto è più vellutato, e raggiunge spesso l'altezza di un metro, ma l'odore, di per sè stesso, aiuta a evitare confusioni. Un tempo si usava il chenopodio contro i disturbi nervosi, il ballo di S. Vito, l'isterismo e alcune malattie di petto. Secondo l'abate Romani ( nelle mummie dei Guanci, antichi abitatori delle Canarie, si trovano residui vegetali che possono essere riconosciuti come appartenenti a queste piante ). In Francia, si fabbrica, con il chenopodio, uno speciale liquore. |
Nome latino e dialettale: |
Chenopodium ambrosioides. Ambrosia - Tè del Messico - Tè dei gesuiti - Tè sicilianu - Tè sardu. |
Costituenti: |
Olio essenziale contenente ascaridolo. |
antispasmodico, digestivo, emmenagogo, tonico, vermifugo. |