Cartamo
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Dopo la scoperta dei coloranti chimici, questa pianta tintoira ( cioè usata in tintoria ), pur così importante, è stata sempre più trascurata; è una specie di cardo, con fiori giallo-arancione circondati da brattee, che forniva sostanze coloranti. Il cartamo ha origini orientali e il suo nome deriverebbe dall'arabo kurthum, a sua volta derivato dall'ebraico kartami, tingere, ed è il nome generico di una pianta tintoria. Nel cartamo sono presenti due sostanze coloranti, una gialla solubile in acqua e una rossa solubile in alcol. La cartamina, detta rosso vegetale, è ancora oggi adoperata dai pittori e, in Algeria, viene usata per preparare belletti. I semi sono molto amari però molto appetiti dai pappagalli. Le foglie e i semi possono far cagliare il latte perché' contengono uno speciale enzima. Questa pianta viene coltivata nell'Italia settentrionale, come surrogato dello zafferano ( il suo sapore è però debole ) e per produrre olio di semi. E' oggetto di più vaste coltivazioni in India, Ungheria, Etiopia. Allo stato spontaneo è rara. |
Nome latino e dialettale: |
Carthamus tinctorius. Zafferanone - Cartamo officinale - Zafferano bastardo - Safra'nun - Zafra'n - Urfaru - Usciuru - Zafferano matto - Gruogo. |
Costituenti: |
Glucidi, lipidi, protidi, cellulosa, enzima coagulante del latte, vitamina C., due sostanze coloranti di cui la cartamina. |
purgativo. |