Artemisia
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I ciuffi di artemisia sono abbastanza frequenti lungo i ruscelli, le scarpate ferroviarie, nei terreni incolti, sulle macerie; è diffusa nella brughiera lombarda e nella baraggia vercellese. L'artemisia assomiglia all'assenzio, ma se ne differenzia perché le sue foglie sono vellutate soltanto inferiormente. Sembra che l'Artemisia tanto apprezzata dai medici dell'antichità non fosse l'artemisia comune, mentre lo era senza dubbio nel Medioevo. Il nome del genere Artemisia pare derivi da Artemide, la dea protettrice delle piante medicinali che giovano all'organismo femminile. La medicina dell'Estremo Oriente utilizza una specie di artemisia per la termogenoterapia o kaobustione che ha gli stessi principi dell'agopuntura: consiste nel bruciare un mucchietto di foglie ( cono ) su determinati punti del corpo. L'artemisia fu usata per lungo tempo per curare l'epilessia e il ballo di S. Vito. L'artemisia appesa nelle stalle attira le mosche e le allontana dagli animali. |
Nome latino e dialettale: |
Artemisia vulgaris. Assenzio volgare - Assenzio selvatico - Amarella - Assenzio delle siepi - Urtmia - Arcimesa - Rettimisia - Altanisie. |
Costituenti: |
Olio essenziale, resina, tannino, mucillagine, inulina. Le foglie contengono le vitamine A1, B1, B2, C. |
Antispasmodico, emmenagogo, febbrifugo, tonico, vermifugo. |