Melograno
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Arboscello dell'Asia occidentale, spontaneo dal Sud del Caucaso al Punjab, il melograno si diffuse, fin dall’antichità, in Estreme Oriente e in Asia Minore; successivamente, nei Paesi mediterranei. Lo si nota spesso, in Italia meridionale e nelle Isole, anche lontano dalle coltivazioni, per effetto della dissemina prodotta dagli uccelli. Ha una storia simile a quella del fico e melegrane furono scoperte in tombe egizie di 2500 anni a.C. Gli Arabi, che apprezzavano molto il melograno, lo coltivarono intensivamente nella Spagna del Sud, dal VII secolo, e il nome della città di Granada lo testimonia ancora oggi. Al melograno e ai suoi frutti fanno capo numerose tradizioni e leggende; esso era considerato il frutto della fecondità. Già 4000 anni fa, gli Egizi conoscevano le proprietà vermifughe della radice di melograno; in Europa, all'inizio del XIX secolo, la scorza di questa radice era molto usata nella lotta contro la tenia; l'analisi moderna ha confermato la presenza di alcaloidi antielmintici, che sono molto efficaci contro le tenie, ma devono essere somministrati sotto controllo medico. La medicina antica conosceva, e usava come astringente, il tannino contenuto nella corteccia, nei fiori e nei frutti; il succo della melagrana veniva usato, un tempo, in diversi modi, secondo il grado di maturazione del frutto: quello ricavato dal frutto acerbo era prescritto come febbrifugo e antivomitivo; quello del frutto maturo, contro la tosse. La vera granatina, sciroppo concentrato di succo di melagrana matura, non è, purtroppo, quella che si trova facilmente in commercio, già imbottigliata. |
Nome latino e dialettale: |
Punica granatum. |
astringente, vermifugo. |