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Aristolochia

Postato in Piante spontanee.

 

Aristolochia 1

 

La natura ha realizzato una temibile trappola creando fiori giallo oro all'aristolochia; infatti, gli insetti, entrati nella corolla, scivolano su un rivestimento ceroso che tappezza l'interno e poi una barriera di peli impedisce loro di risalire all'esterno. Quando il fiore appassisce, i peli diventano secchi e gli insetti prigionieri, tutti ricoperti di polline, riescono a liberarsi e assicurano così la fecondazione. E' una pianta perenne che predilige il caldo e i terreni calcarei; è presente frequentemente nei vigneti, lungo le siepi e gli argini delle regioni mediterranee ed è facilmente riconoscibile per le sue grandi foglie verde-tenero, a forma di cuore, e per il suo odore nauseabondo. Molte specie di aristolochia erano già note nell'antichità e impiegate per la loro azione stimolante, per accelerare il parto e alleviarne i postumi; infatti, il suo nome deriva dalle parole greche aristos, eccellente, e lokia, parto. Dal XVIII secolo, le aristolochie sono state utilizzate, nelle campagne, per le loro proprietà astringenti e vulnerarie. Attualmente, si utilizza soltanto la radice essiccata, perché, fresca, è tossica.

Nome latino e dialettale:

Aristolochia clematitis. Stalloggi - Erba astrologa - Pistolochia - Strologia - Astrologi

Costituenti:

Alcaloide tossico ( aristolochina), un principio amaro, olio essenziale, tannino, glucidi, resina.

Proprietà:

Astringente, emmenagogo, vulnerario.