Coriandolo
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Diffuso tramite le coltivazioni e a queste sfuggito, il coriandolo si è naturalizzato un po' dovunque nel bacino del Mediterraneo, in Asia in America; si suppone originario del Medio Oriente. Il suo impiego come pianta aromatica e medicinale ha origine nella più remota antichità; presso gli Arabi questa pianta è, a tutt'oggi, di uso quotidiano. Al riguardo, la medicina antica fu contraddittoria: alcuni ritenevano il coriandolo velenoso, altri lo consideravano efficace per guarire la peste e l'epilessia e per rendere indolore il parto. Chi lo reputava pianta afrodisiaca, chi temperativa. Certo è che le parti verdi e fresche sono da buttare, mentre i frutti secchi, unica parte utilizzata in Europa, forniscono, per distillazione, dallo 0,4% all'1% di un'essenza che è meno tossica della maggior parte delle essenze ricavate dalle Ombrellifere aromatiche. Nonostante ciò essa è inebriante, per gli esseri umani. In dosi elevate, questa essenza può provocare disturbi nervosi e lesioni renali; negli stati di choc o di abbattimento causato da malattie infettive, viene talvolta prescritta, in dosi controllate dal medico, come eccitante, antisettico e vulnerario. I frutti del coriandolo servono per aromatizzare il ragù, i bolliti, la selvaggina e vari sottaceti; il coriandolo è, quindi, una pianta aromatica tra le più utili. Masticata, maschera l'odore d'aglio dell'alito. |
Nome latino e dialettale: |
Coriandrum sativum. Erba cimicina - Pitarto'la. |
antisettico, antispasmodico, carminativo, eccitante, stimolante, vulnerario. |