Albicocco
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Allo stato spontaneo l'albicocco, con frutti piccoli e aciduli, si trova dall'Iran alla Manciuria. Alla fine del III millennio A.C. se si deve credere ai vecchi testi, l'albicocca compariva sulla tavola degli imperatori cinesi; si ritiene però che l'albero non venisse coltivato in Cina prima del III secolo a.C. Sconosciuta in Europa fino ai tempi di Alessandro Magno, dall'Estremo Oriente arrivò in America, dove il suo frutto prese il nome di Armeniacum malum, mela d'Armenia, conferitogli dai Romani. Questi ultimi ne diffusero la cultura in tutto il bacino del Mediterraneo. Oggi l'albicocco è uno degli alberi da frutto più comuni nell'Europa meridionale; in Italia, è diffusissimo in Campania, ma viene coltivato anche in altre regioni, specialmente in Liguria, Piemonte, Alto Adige ed Emilia-Romagna. Il frutto si consuma fresco ed è anche utilizzato dall'industria conserviera. L'albicocca è un frutto di alto valore nutritivo: è particolarmente ricca di vitamina A, oltre che delle vitamine B1, B2, PP, B5, C, di zuccheri, di sali minerali e di numerosi oligoelementi, che ne fanno un potente antianemico. E' solitamente ben tollerata, ma a volte provoca delle forme di allergia. Consumata fresca è antidiarroica, ma essiccata e preparata come le prugne diventa lassativa. Il succo fresco è un eccellente tonico per la pelle del viso. La mandorla contenuta nel nocciolo, oleaginosa, è commestibile solo quando è dolce; di solito è invece amara: contiene: in tal caso, una sostanza che genera acido cianidrico, un potente veleno. Si ricordano molti casi mortali di intossicazione, soprattutto fra i bambini. |
Nome latino e dialettale: |
Prunus armeniaca. |
Antianemico, astringente, lassativo. |